Gli oli di Semi
Diamo
un’occhiata al
processo usato per estrarre l’olio di semi o di sansa di oliva. Tenete
presente che non abbiamo nessuna intenzione di “far terrorismo” ma solo di
informarvi su quello che mangiate.
Sebbene l’extravergine d’oliva sia
unanimemente riconosciuto come il migliore grasso vegetale, la sua produzione,
commercializzazione e consumo rimane assolutamente marginale rispetto agli altri
oli vegetali. Sulla base di studi dell’Università di Milano possiamo
affermare che la produzione di tutti gli oli di oliva, compresi quindi anche i
rettificati, rappresenta solo il 2,3% di tutti gli altri grassi vegetali.
Per ottenere sia l'olio di
semi che di sansa di oliva, bisogna utilizzare degli idrocarburi (normal esano)
come solventi. Il normal esano riesce ad estrarre dai semi o dalla sansa non
solo l’olio, ma anche altre sostanze non proprio innocue per il nostro
organismo quali gomme e resine che poi vengono allontanate dall'olio stesso.
(Notare che anche l'olio di sansa viene estratto mediante normal esano).
Poi l’estratto viene
sottoposto a desolventizzazione e in seguito vi viene aggiunto acido fosforico
per separare le gomme e le resine.
Successivamente per ridurre
l’acidità viene aggiunto l’idrossido di sodio.
Dopo
questo passaggio si fanno trattamenti con acque dette Tecnologiche per eliminare
la saponificazione.
Certo questi oli lasciano un
minimo odore di fritto, le fritture sono croccanti e all’apparenza asciutte ma
io butto via volentieri olio e patatine e voi siete liberi di continuare a
mangiarle.
Quindi
ricapitolando: I diversi semi oleosi, ricchi per oltre il 20% d'olio,
dopo essere stati decortizzati e puliti vengono ridotti in minuscoli pezzetti da
mulini speciali. Così macinati, sono riscaldati e portati a un'umidità
prestabilita in speciali condizionatori. Inizia quindi il processo di spremitura
effettuato con passaggi in presse continue (alte pressioni e 180-190°C di
temperatura).
Il prodotto così ottenuto è ricco di mucillagini, farine di seme e piccoli
pezzi dello stesso, composti indesiderabili per l’utilizzazione finale e non
sono commestibili subito dopo l’estrazione, lo diventano solo per
raffinazione.
Raffinazione o rettificazione degli oli sono termini equivalenti che indicano
una serie di trattamenti industriali destinati ad eliminare da un olio le
sostanze estranee. Queste fasi tecnologiche possono essere così schematizzate e
riassunte:
1.degommazione, ovvero rimozione di gomme e mucillagini
2.deacidificazione
3.decolorazione
4.deodorazione
5.demargarinazione, ovvero rimozione delle cere
N.B.
Quanto detto sopra riguarda gli oli di semi estratti chimicamente. Va detto che
esistono in commercio oli di semi di girasole estratti a freddo con il metodo
meccanico BAGLIONI. In questo caso viene espressamente riportato in etichetta
chè l'estrazione è avvenuta meccanicamente e non mediante solventi. Di solito
questi oli sono quasi sempre etichettati da agricoltura biologica. Ovviamente sono di migliore
qualità ma resta il fatto che hanno un punto di fumo inferiore a quello
dell'olio di oliva.
L’olio di riso e il suo
gamma-orizanolo, potrebbe competere con l’extravergine?
L’olio extravergine d’oliva possiede antiossidanti naturali di origine
esclusiva. Ad esempio tutta la classe dei polifenoli idrofili, come i
secorridoidi e l’idrossitirosolo, è caratteristica propria di questo
prodotto. I loro effetti benefici sulla nostra salute sono oggetto di studio
ormai da alcuni anni, l’abbassamento del livello di colesterolo LDL è un dato
certo, mentre è d’attualità l’indagine sull’efficacia nel prevenire il
cancro.
Gli unici antiossidanti presenti negli oli di semi sono tocoferoli e fitosteroli.
Entrambe queste classi di composti tuttavia non hanno proprietà antiossidanti
comparabili con quelle dei polifenoli idrofili. Il tanto pubblicizzato
gamma-orizanolo è un fitosterolo specifico del riso. Anche l’oliva ha i
propri, ma, gli effetti sono decisamente inferiori rispetto a quelli dei secorridoidi e dell’idrossitirosolo. Inoltre è necessario considerare che
l’extravergine ha anch’esso una buona dotazione di tocoferoli, la classe
delle vitamine, ma, rispetto agli oli di semi, la gran parte dei 200-300 mg
contenuti nella nostrana spremuta d’olive sono vitamina E, i cui effetti
antinvecchiamento sono noti.
RICORDATE CHE:
1) La
comune affermazione che l’olio extra vergine (in generale l’olio di oliva)
sia più grasso degli altri oli è una profonda bugia.
2) In
realtà tutti gli oli sono costituiti al 99% da lipidi e quindi tutti apportano
all'organismo 9 Kcalorie per grammo. Si può dire che non esistono oli grassi e
oli magri, ma l'olio di oliva, che è più viscoso e saporito, potrà essere
usato in quantità inferiore rispetto ad altri oli. La differenza fra olio di
oliva e di semi in termini di lipidi si gioca sul tipo di lipidi presenti non
sulla quantità totale.
3) Le raccomandazioni di studi scientifici (si veda la sezione sulle proprietà degli oli)
furono che i grassi della dieta non eccedessero il 30% del fabbisogno calorico
quotidiano con un rapporto ottimale di 7%, 15% e 8% rispettivamente in acidi
grassi saturi, monoinsaturi e insaturi. L’olio
d’oliva, soprattutto quello extravergine è il grasso alimentare che meglio
rispecchia questi rapporti perché è ricchissimo di acidi grassi monoinsaturi
(fra cui l’acido oleico), e povero di saturi e polinsaturi.
4) Gli
oli estratti chimicamente vengono lavorati con solventi e deodorati, quindi
danno una sensazione di leggerezza solo perché hanno un colore più chiaro e
non hanno né sapore né profumo; in realtà quindi non sono meno grassi.
5) Per la
frittura l’ olio di oliva (meglio se extra vergine), è il grasso più
indicato, sopporta benissimo le alte temperature arrivando a 170° - 180° C
senza deteriorarsi al contrario degli oli di semi o del burro. Gli altri oli
vegetali, durante la cottura, alle alte temperature vanno incontro alla formazione
di più alte quantità di perossidi, di polimeri e di idrocarburi
policiclici aromatici, che possono essere dannosi per la salute.
6) Il processo di raffinazione è utilizzato
per ottenere tutti gli oli di semi non spremuti a freddo (e quindi la stragrande
maggioranza degli oli di semi), e l'olio d'oliva non vergine (il comune olio di
oliva).
L'olio viene estratto con l'utilizzo di calore e di soventi chimici, che
vengono poi eliminati per distillazione.
Esso viene successivamente reso commestibile con l'utilizzo di sostanze alcaline
che ne abbassano l'acidità, riportandola a valori accettabili.
Questo processo produce una piccola quantità di acidi grassi insaturi di tipo
trans, nella misura del 5% rispetto al quantitativo totale di grassi (quindi in
una bottiglia di olio di semi da un litro ci sono circa 5 grammi di grassi trans)..
Questi acidi grassi trans si formano
per rotazione della molecola intorno a un "doppio legame" fa diventare
la naturale configurazione cis-cis una configurazione trans-cis. Questo piccolo
cambiamento ha considerevoli effetti negativi sulla salute: gli acidi grassi
trans rendono le cellule più permeabili, ossia qualche molecola tossica, che
normalmente starebbe al di fuori, entra nelle cellule. Le funzioni immunitarie
possono essere indebolite. Gli acidi grassi trans aggravano le carenze di acidi
grassi essenziali, ostacolando la produzione di prostaglandine, che regola il
tono muscolare delle pareti arteriose, la pressione del sangue, le funzioni
renali e reagisce alle infiammazioni. Gli acidi grassi trans accrescono i
livelli di colesterolo cattivo (LDL). (Fonte: "Trans Fatty Acid in Human Nutrition", J. L. Sébédio
e W. W. Christie, The oily press, 1998).
Per una più completa informazione sui metodi di estrazione si rimanda
all'ultima parte della sezione dedicata alla spremitura.
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