La chimica degli oli di oliva (parte prima).
L'analisi chimica e fisica degli
oli ha raggiunto livelli notevoli, permettendo così di stabilire, con assoluta
certezza, se siano state compiute frodi.
Anche quelle più sofisticate non possono infatti sfuggire, oggi, ai controlli
effettuati per mezzo di apparecchi perfetti quali il gas-cromatografo e lo
spettrofotometro.
Ma questo non scoraggia qualche produttore: le frodi maggiormente ricorrenti ai
giorni nostri riguardano soprattutto le diverse classificazioni, cioè oli di
classe inferiore vengono venduti come prodotti di classe superiore.
Ad esempio: un olio vergine venduto per extra vergine, oli di sansa spacciati
per oli di pressione, oli rettificati per oli vergini. Per non parlare poi delle
frodi più grossolane, che consistono nel miscelare oli di oliva vergini con oli
di semi vari.
Le analisi che vengono
normalmente effettuate si dividono in due classi:
1) analisi destinate ad accertare
la genuinità e l'esatta classificazione;
2) analisi destinate ad accertare lo stato di conservazione.
Per scoprire le frodi che possano riguardare il
primo punto, si ricorre innanzi tutto all'esame organolettico, che
interessa gli organi sensoriali, quali la vista, l'olfatto, il gusto. L'esame
visivo serve per determinare la limpidezza e il colore.
Per verificare l'odore, si annusano alcune gocce d'olio precedentemente sfregate
sul palmo della mano: in tal modo è possibile evidenziare gli eventuali odori
(che possono essere di fruttato, di muffa, di acido, di rancido, di grasso, di
amaro, di cotto, di secco, cioè tutta quella gamma di odori cui abbiamo
accennato nel capitolo precedente e che denunciano la qualità dell'olio).
E' comunque opportuno ricordare che il sapore tipico del frutto si attenua con
la progressiva maturazione dell'olio; per esempio, il gusto amarognolo che lo fa
dire fruttato è proprio degli oli giovani prodotti con olive raccolte per
tempo, ma questo profumo si perde via via, trasformandosi in una fragranza
sempre più dolce e tenue. E' chiaro che tali sensazioni vengono percepite,
oltre che con l'olfatto, anche con il gusto (abbiamo già accennato in
precedenza a come va "degustato" un olio per coglierne appieno il
sapore).
Ma, poiché i sensi umani non sono infallibili, si
può ricorrere ad analisi scientifiche.
Il colore di un olio, per esempio, può essere sottoposto alla prova di Wood,
che permette di cogliere ogni minima sfumatura nella pur ristretta gamma di
colorazione. Gli oli di oliva raffinati o rettificati mostrano, a questa prova,
un colore generalmente celeste, contrariamente agli oli di pressione che si
presentano di un color giallo oro. Purtroppo però questo esame non è sempre
conclusivo, perché, se è vero che aggiungere un olio rettificato a un olio
vergine modifica la colorazione di quest'ultimo, è anche vero che con miscele
particolari è possibile falsare il colore celeste degli oli rettificati.
Si può invece misurare esattamente l'acidità libera in un olio, cioè
la quantità di acidi grassi liberi in un olio, espressa in acido oleico e
riferita a 100 g di olio. Per eseguire questo esame si versano in una provetta 5
grammi di olio, aggiungendo poi. 50 milligrammi di miscela alcol-etere resa
neutra alla fenolftaleina, e si agita vigorosamente. Questa analisi ha
particolare importanza nella classificazione degli oli.
Si può valutare la genuinità di un olio determinando la quantità di iodio.
Lo iodio viene fissato dagli acidi non saturi per mezzo dei doppi legami e
l'analisi permette di appurare la quantità di iodio, espressa in grammi, che si
può fissare, in determinate condizioni, a 100 g di grasso.
Altri esami permettono di determinare la percentuale di sostanze contenute
nell'olio che non vengono saponificate dagli alcali, oppure la quantità di
idrossido di potassio, espressa in mg, necessaria per saponificare un grammo di
olio.
L'indice di Bellier rappresenta la temperatura alla quale inizia la
cristallizzazione dei sali di potassio degli acidi grassi dell'olio. E' un esame
estremamente indicativo per scoprire se siano stati aggiunti oli di semi.
La reazione di Bellier-Caroggi-Buzi è la reazione caratteristica che si
verifica in un olio di sansa rettificato.
Per determinare invece lo stato di conservazione
di un olio, praticamente il grado di rancidità, oltre all'esame organolettico
si ricorre alla reazione di Kreis. E un'analisi che si fonda sulla
reazione cromatica che si produce nei grassi contenenti prodotti di ossidazione.
Gli oli in buono stato di conservazione non hanno alcuna colorazione, mentre un
colore rosso più o meno intenso è sinonimo di maggiore o minore rancidità.
Un altro esame basato sulle risultanti di tonalità del colore, derivanti da un
più o meno alto grado di ossidazione, è quello che prende il nome da Stamh;
pure sulla colorazione si basa il metodo di Vatts e Mayor.
Sempre per valutare lo stato di conservazione degli oli si ricorre al conteggio
del numero di perossidi di grasso. Ci si basa sull'ossidazione, da parte
di questi ultimi, di una quantità equivalente di acido iodidrico.
Gli oli in buono stato di conservazione risultano avere un numero di perossidi
inferiore a 10; un numero superiore sta a indicare, per gli oli vergini,
l'inizio dell'alterazione. Gli oli rettificati, quindi privati di perossidi,
devono invece avere un numero di perossidi inferiore a 5.
Un'analisi a cui ricorrono i commercianti di olio
prima di fare i loro acquisti è la spettrofotometria. E questo un metodo
di misurazione dell'assorbimento di radiazioni ultraviolette da parte delle
molecole di determinate sostanze. L'assorbimento di radiazioni ultraviolette che
interessa nell'analisi degli oli è quello a carico dei doppi e tripli legami.
La spettrofotometria permette con certezza, in primo luogo, di individuare se un
olio d'oliva sia vergine e di caratterizzarlo qualitativamente; in secondo
luogo, di individuare e classificare un olio d'oliva che abbia subito un
processo di raffinazione; infine, di riconoscere una miscela tra un olio d'oliva
vergine e un qualsiasi tipo di olio raffinato.
In ultimo, la gascromatografia è una
tecnica recentemente applicata all'analisi delle sostanze grasse. Costituisce un
modernissimo metodo di analisi che permette:
1) di stabilire la composizione acidica
qualitativa e quantitativa di qualsiasi sostanza grassa;
2) di individuare se un olio d'oliva sia vergine o lavorato industrialmente;
3) di individuare qualunque grasso del quale sia nota con sufficiente
approssimazione la composizione sia dal punto di vista qualitativo che
quantitativo;
4) di individuare una miscela di olio d'oliva nella quale siano presenti
grassi vegetali o animali estranei.
Denominazioni
Le denominazioni
e definizioni ufficiali degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva
sono riportate nell'allegato di cui all'art. 35 del Reg. CEE 136/66 del
22/09/66, come modificato dal Reg. CEE 356/92 del 10/02/92.
Caratterizzazione
fisico-chimica
Al fine di garantire la genuinità e la qualità
delle diverse tipologie di prodotto sono stati definiti, con Reg. CEE 2568/91
dell'11/07/91, sia le caratteristiche
fisico-chimiche di ciascuna di esse che le metodologie di analisi per la
loro determinazione.
L'entrata in vigore di questa normativa (tenuta
costantemente aggiornata dal comitato di esperti dei vari Paesi membri), ha
costituito un considerevole passo avanti verso una maggiore tutela degli oli di
oliva: ne è riprova il contenimento delle frodi in questo settore. Il
regolamento citato, fissa dei limiti analitici per alcuni indici di genuinità e
qualità.
Parametri di genuinità
Le manipolazioni illecite che possono subire
gli oli di oliva, sono essenzialmente riconducibili a due tipi:
-
trattamenti
atti a rendere un olio di oliva appartenente ad una classe commerciale
inferiore, simile ad un altro di maggior pregio; ad esempio con
neutralizzazioni blande e/o deodorazioni più o meno spinte attuate su oli
vergini, vergini correnti e vergini lampanti, si possono ottenere prodotti
commercializzati come oli extravergini;
-
commistioni
tra oli di oliva appartenenti alle diverse classi merceologiche, compreso
l'olio di semi; gli oli utilizzati per il taglio, sono
essenzialmente costituiti da oli di oliva raffinati, oli di sansa di oliva
raffinati e oli di semi, che vengono preventivamente sottoposti a
trattamenti tecnologici tendenti a minimizzare gli indici chimico-fisici di
purezza caratteristici.
Non è
sempre facile dal punto di vista chimico-analitico, rilevare tali frodi. Un
giudizio di genuinità, infatti, comporta non solo una accurata valutazione dei
diversi parametri previsti dalla normativa, ma anche una attenta verifica della
loro correlazione.
Si
riportano, di seguito, le più comuni sofisticazioni e contraffazioni perpetrate
nel settore, con le determinazioni analitiche appropriate per rivelarle.
-
Individuazione
dell'aggiunta di oli raffinati di oliva ad oli vergini di oliva:
-
Metodica
analitica: Analisi spettrofotometrica nell'ultravioletto.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nel processo di
raffinazione (decolorazione) si formano dei composti (dieni e trieni
coniugati) che assorbono a determinate lunghezze d'onda (232 nm e 270 nm);
tali composti sono assenti negli oli di oliva vergini.
-
Metodica
analitica: Determinazione gascromatografica degli stigmastadieni.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nel processo di
raffinazione (deodorazione) si originano dei prodotti olefinici di
degradazione degli steroli ed in particolare gli Stigmastadieni, che si
formano per disidratazione del B-Sitosterolo; tali composti sono pressoché
assenti negli oli di oliva vergini.
-
Individuazione
dell'aggiunta di oli di sansa di oliva ad oli di oliva:
-
Metodica
analitica: Determinazione gascromatografica dell'eritrodiolo e uvaolo.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: L'eritrodiolo e
uvaolo sono dialcoli triterpenici che sono localizzati nella cuticola
esterna della drupa dell'olivo e passano in minime quantità nell'olio
ottenuto mediante estrazione meccanica; tali composti sono presenti in
cospicua quantità negli oli di sansa di oliva, per l'effetto
solubilizzante più marcato, esercitato dal solvente di estrazione.
-
Metodica
analitica: Determinazione gascromatografica delle cere.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Le cere sono esteri
di alcoli alifatici con acidi grassi che, negli oli di oliva ottenuti
mediante estrazione meccanica, sono presenti in modeste quantità; l'olio
di sansa di oliva, peraltro, per effetto dell'azione più drastica
esercitata dal solvente di estrazione, presenta un contenuto in cere
consistente.
-
Individuazione
dell'aggiunta di olio di semi ad olio di oliva o olio di sansa di oliva:
-
Metodica
analitica: Determinazione gascromatografica della composizione
acidica.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: L'olio di oliva ha
una composizione percentuale in acidi grassi abbastanza definita, che si
differenzia da quella degli oli estratti da altre oleaginose. La normativa
prende in considerazione, come indici, solo alcuni acidi grassi ed in
particolare quelli presenti in minor quantità, ritenuti a ragione i più
discriminanti per le varie possibili commistioni illecite perpetrate. Con
la determinazione della composizione acidica per via gascromatografica si
possono evidenziare anche alcuni isomeri trans degli acidi grassi la cui
presenza può dare un contributo nella evidenziazione di commistioni con
oli di semi ad alto contenuto in acido oleico, desterolati con trattamenti
illeciti.
-
Metodica
analitica: Determinazione gascromatografica della composizione
sterolica.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: La componente
sterolica rappresenta "l'impronta digitale" degli oli vegetali,
essendo legata strettamente alla famiglia botanica di appartenenza del
seme o frutto oleoso da cui è stato estratto l'olio. Questa
caratteristica è utilmente sfruttata per individuare commistioni con oli
di semi ad alto contenuto in acido oleico (girasole, cartamo, ...), dove
la determinazione della composizione acidica non è in grado di
raggiungere lo scopo.
-
Metodica
analitica: Determinazione della trilinoleina per cromatografia
liquida.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nella composizione
trigliceridica degli oli di oliva la trilinoleina è presente in modeste
quantità. Negli oli di semi, considerato il più alto valore in acido
linoleico nella composizione acidica, questo trigliceride è presente in
quantità più consistenti.
-
Individuazione
dell'aggiunta di oli esterificati ad oli di oliva e oli di sansa di oliva:
-
Metodica
analitica: Determinazione degli acidi grassi in posizione 2 del
trigliceride.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Analizzando
attentamente la distribuzione degli acidi grassi nei trigliceridi degli
oli di oliva, emerge che la posizione 2 è preferenzialmente occupata
dagli acidi grassi insaturi e la percentuale di quelli saturi non supera
in genere il 2%. Negli oli esterificati, essendo questi prodotti ottenuti
per sintesi chimica, la distribuzione degli acidi grassi saturi in
posizione 2 è uguale a quella delle altre posizioni.
Parametri
di qualità
I
parametri di qualità di un olio di oliva codificati dal Reg. CEE 2568/91
riguardano:
-
Caratteristiche
organolettiche: La valutazione organolettica di un olio di oliva
vergine ("panel test") viene effettuata da un gruppo di
assaggiatori opportunamente addestrati, i quali verificano la presenza e
l'intensità di particolari note aromatiche e di eventuali difetti. Questo
saggio, con la sua debolezza dovuta ad una serie di variabili legate
all'assaggiatore, rappresenta il giusto completamento del quadro chimico
analitico di un olio vergine. In effetti la differenziazione qualitativa fra
la grande quantità di prodotti presenti nel mercato e analiticamente poco
diversi l'uno dall'altro è essenzialmente dovuta a queste caratteristiche
essenziali.
-
Stato
idrolitico: L'olio dal momento della fuoriuscita dal vacuolo della
cellula oleifera va incontro a fenomeni di lipolisi sia di tipo enzimatico
che chimico. Questa alterazione porta come conseguenza l'aumento della
acidità libera, parametro fondamentale su cui si basa la classificazione
dell'olio nelle diverse categorie.
-
Grado
di ossidazione: Per valutare il livello di ossidazione di un olio
di oliva la normativa comunitaria ha previsto due determinazioni:
-
Numero
di perossidi: misura il livello dei prodotti primari di ossidazione (idroperossidi).
Tali prodotti non sono rilevabili all'esame organolettico.
-
Esame
spettrofotometrico nell'ultravioletto: permette la misurazione a 232
nm, del livello dei prodotti primari di ossidazione e a 270 nm, del
livello dei prodotti secondari di ossidazione (composti carbonilici) che
si originano per degradazione degli idroperossidi e che conferiscono il
difetto di rancido all'olio.
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