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AGRICOLTURA BIOLOGICA

Quello che noi abbiamo insegnato ai nostri figli è che la terra è nostra madre. Qualunque cosa accade alla terra accade ai figli della terra. La terra non appartiene all'uomo è l'uomo che appartiene alla terra.

SEAT  (Capo degli indiani Seattle, 1854)

ll termine agricoltura biologica o agricoltura organica, come si dice nei paesi anglosassoni, non ha bisogno di molte spiegazioni; è una pratica agricola che ammette solo l’utilizzo di sostanze presenti in natura, tagliando fuori le sostanze chimiche sintetizzate dall'uomo. Dalla preistoria e fino alla metà del 1800 l’agricoltura è stata in realtà biologica, solo negli ultimi centocinquanta anni le sostanze chimiche di sintesi fanno la loro comparsa nello scenario agricolo internazionale.

Tutto questo non deve far pensare, come spesso accade, che chi oggi pratica l’agricoltura biologica è un nostalgico del passato, nessuno rinnega le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche; si tratta invece di usare con saggezza gli strumenti che ci mette a disposizione la natura perché non diventino mezzi di distruzione

Chi crede in questo modo di “fare agricoltura”, non solo adotta e recupera le pratiche agricole del passato, ma è conscio che l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica, mette a sua disposizione prodotti naturali e innovativi privi dei rischi insiti nell’uso di diserbanti, erbicidi, pesticidi, concimi chimici…….

Se per decenni l’agricoltura biologica è stato un settore riservato a pochi motivati, tra l’altro accusati di fanatismo, da alcuni anni la situazione è cambiata con l’entrata in vigore della legge europea (Reg. CEE 2092-91), delle leggi nazionali e regionali che riconoscono ufficialmente tale pratica e anzi la rendono meritevole di incentivi (Reg. CEE 2078-92). L’istituzione di questi regolamenti e incentivi ha dato i suoi frutti, visto che il settore dell’agricoltura biologica si è notevolmente espanso, anche se molto resta ancora da fare per quanto riguarda l’informazione ai consumatori.

 

È nostra ferma convinzione che la differenza fra agricoltura biologica e agricoltura convenzionale non debba giocarsi solo sul piano dei mezzi adottati e sull’utilizzo o meno di sostanze potenzialmente tossiche, ma ancor più importante è non perdere il messaggio insito nel concetto dell’agricoltura biologica:

 

evitare la rapina e lo sfruttamento sconsiderato della natura, in modo tale da preservare l'ambiente.

 

Perché crediamo sia importante tenere sempre presente questo concetto?

 

Dalle statistiche di una fonte autorevole (F.A.O.) è noto che l’aumento:

  • della deforestazione (oggi vengono persi 15,5 milioni di ettari di foreste l’anno) ,

  • e della desertificazione (ogni anno 20 milioni di ettari diventano sterili e inutilizzabili per l’agricoltura perché i terreni troppo sfruttati perdono progressivamente fertilità),

 

 

debba essere preso in seria considerazione, pena il rischio di sopravvivenza futura prima dei paesi in via di sviluppo, poi per l’intera umanità. Che il problema sia serio lo dimostra il fatto che nel 1997 l’ONU ha istituito un nuovo organo per combattere la desertificazione.

 

V’è, poi, l’inquinamento ambientale dovuto all’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi che periodicamente ha generato cronache; per citarne alcune:

 

- I polli alla diossina.

 

- L'inquinamento da atrazina delle falde acquifere della pianura padana o i problemi di eutrofizzazione di laghi e mari.

 

- Il Ddt. Nonostante ne sia stato vietato l'uso, (almeno nei paesi industrializzati), è ancora fra noi e presumibilmente ci rimarrà a lungo in quanto tende ad accumularsi nell'ambiente e nei tessuti adiposi degli animali (quindi anche nell’uomo).  

 

- I falsi ormoni. Sostanze come Pcb (policlodifenili), Ddt e pesticidi provenienti da varie fonti (alimentari, inquinamento dell’aria e dell’acqua), si comportano come ormoni e si teme che a lungo andare possano disturbare il sistema immunitario ed endocrino.

 

- Anticrittogamici, erbicidi e pesticidi sono pericolosi per l’ambiente e per la salute. Il problema della loro valutazione è notevolmente complesso, perché non si ha a che fare con fenomeni di intossicazione acuta, ma con uno stato di intossicazione cronica dovuto all'assunzione continuata di piccolissime dosi di sostanze chimiche di sintesi e non si può stabilire con esattezza una relazione di causa-effetto. Quello che è certo è che a certe concentrazioni queste sostanze sono tossiche e mutagene, cioè possono favorire l'insorgenza di tumori.

Per ulteriori informazioni sui pesticidi: click qui

 

- Se quasi tutti intuiscono che insetticidi e erbicidi sono pericolosi per l'ambiente e per la salute, meno noti sono i danni causati da altre sostanze di sintesi largamente usate in agricoltura quali i fertilizzanti azotati (nitrati). Diversi studi hanno dimostrato che la capacità di assimilazione di queste sostanze da parte delle piante è  limitata; essendo idrosolubili ed essendo il terreno incapace di trattenerli, gran parte dei nitrati viene dilavato dalle acque inquinando fiumi, laghi, mari e falde freatiche (acquifere). I fertilizzanti azotati (nitrati) possono trasformarsi nel nostro organismo in nitrosammine, sostanze responsabili di effetti cancerogeni anche a bassissima concentrazione. Nella metà degli anni 80 il Governo francese ha reso pubblici i risultati di uno studio volto a quantificare la presenza di nitrati nell'insalata: emerse che il contenuto medio di nitrati nelle insalate coltivate in serra era 100 volte superiore al limite massimo consentito per la potabilità dell'acqua dalle norme CEE.

 

- É stato chiuso l’ultimo reattore di Cernobyl che nel 96 causò la più grande catastrofe del secolo. Oggi (2001), una zona del diametro di 10 Km intorno alla centrale nucleare è ancora inaccessibile. Nell’area i tumori alla tiroide sono aumentati del 100%. L’Istituto Superiore di Sanità italiano stima che almeno 3000 persone siano morte a causa di tumori sviluppati in seguito all’incidente. Tracce di radioattività sono ancora presenti nella nostra penisola.

 

-Il carbaryl, principio attivo ad azione insetticida usato nell’orticoltura ha una tollerabilità proposta dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di 0,01 mg per Kg di peso corporeo al giorno; L’ordinanza Ministeriale 6 giugno 1985 fissa le quantità massime di residui tollerate per alcune specie vegetali di largo consumo in 3 mg per Kg di alimento (circa cento volte la dose massima proposta dall’OMS).

 

Questi sono alcuni esempi di ciò che è accaduto o continua ad accadere e qualche parola la vogliamo spendere anche noi:

I mangimi per zootecnia contengono circa il 50-60% di mais.

Il mais deriva in gran parte da aziende internazionali, che non fanno più rotazione di coltura, cioè seminano mais ogni anno e da molti anni sugli stessi fondi agricoli.

Questo mais può poi venir stoccato per molto tempo prima di essere utilizzato.

Da analisi chimiche ufficiose, sembra che in questo mais vi sia una quantità di tossine proventi da funghi microscopici (fusarium e altri generi di funghi), fino a 100 volte superiore alla quantità delle stesse tossine riscontrate nel mais prelevato da un piccolo fondo agricolo dove ancora viene operata la rotazione delle colture.

Queste tossine sono peraltro termoresistenti e si accumulano nella carne degli animali e di conseguenza nei nostri tessuti.

Poco si sa su queste tossine ma da studi scientifici (1), sembra che possano modulare il sistema immunitario.

Premettendo che non sappiamo se queste dosi siano nocive per la nostra salute, crediamo comunque che chi di dovere avrebbe dovuto sincerarsi sulla loro innocuità, viste le alte dosi di tossine contenute in quel mais e il fatto che queste sostanze possono mostrare una attitudine immunomodulante. Allo stato attuale della nostra conoscenza e come avrebbero detto i nostri Avi: "nell'anno del signore 2001", non è stato fatto nulla.

 

I consumatori dovrebbero leggere il seguente articolo e prestare attenzione quando comprano l'olio.

Potreste visitare http://atsdr1.atsdr.cdc.gov/ToxProfiles/phs8805.html (in inglese). Questo è un sito americano che ha informazioni sugli effetti conosciuti di un idrocarburo il benzo(a)pyrene.  Ricapitolando, il Benzo[a]pyrene è un sospetto agente cancerogeno, anche se la maggior parte dei alimenti ne contengono una piccolissima quantità. Le informazioni sul sito dicono che quando si cucina un alimento alle alte temperature e per molto tempo come accade per una eccessiva cottura sui carboni (semicarbonizzazione), può aumentare la quantità di B[a]P nell'alimento. Il Benzo[a]pyrene è stato trovato in cereali, verdure, frutte, carni, bevande e nel fumo della sigaretta. Secondo questo sito, una dose di 0,01 mg/kg al giorno fornisce il rischio minimo per gli effetti tossici. 

Le agenzie istituzionali sulle norme alimentari spagnole, britanniche ed irlandesi hanno ritirato dalla vendita tutto l'olio di sansa spagnolo (detto anche olio della polpa spremuta). Dichiarano che hanno trovato livelli inaccettabili di Benzene(a)Pyrene in un certo numero di campioni. Il FSA in Gran-Bretagna ha detto che alcuni campioni erano 60 volte sopra il livello normale.

Il Ministero dell'Agricoltura Spagnolo, ha intrapreso un'azione preventiva dopo che questo idrocarburo è stato trovato in oli di sansa, che poi eventualmente potrebbero essere mescolati ad altro olio, e quindi usato per cucinare. I governi regionali hanno informato i consumatori di un potenziale pericolo a causa della presenza degli idrocarburi. Il ministero ha detto che idrocarburi quali il Benzo[a]pyrene si sarebbero formati apparentemente durante il processo di estrazione degli oli di sansa, in particolare quando la sansa di oliva si surriscalda oltre le temperature suggerite durante l'idratazione. I media locali hanno segnalato che olio contenente un idrocarburo potenzialmente nocivo era stato trovato in primo luogo nella Repubblica ceca. I consumatori sono stati avvertiti di eliminare tutto l' olio di sansa e le associazioni dei consumatori hanno richiesto controlli sugli hotel e sui ristoranti per accertare quale olio stavano usando. Le autorità hanno avvertito i consumatori di non confondere l'olio di sansa di oliva con l'olio di oliva vergine o extra vergine. 

Per quanto riguarda le colture transgeniche (OGM), ci accingiamo ad ometterle vista la mole di informazioni a cui potete accedere attraverso ricerche su web, (a tale proposito comunque vi consigliamo di informarvi sull'origine della soia usata per produrre l'addensante più utilizzato nei prodotti alimentari: la lecitina di soia).

Con questo non abbiamo nessuna intenzione di “far terrorismo”, ma di informare il consumatore sullo stato attuale dei fatti; oggi più che mai vogliamo sentirci cittadini, considerando come cittadini esseri in grado di assumere decisioni, soggetti della vita pubblica e non oggetti da manipolare e orientare a proprio piacimento.  

Bibliografia:

1) Micotoxin in agricolture and food safety. Siha and Batnhager , Marcel Dekker editor, 1998.

Fonte: LAB, periodico sul mondo del laboratorio (6/2001). Editore DIP Italia S.R.L.

 

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